International Tax Insight - Federico Migliorini

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Lavoro da remoto per un committente estero: aspetti fiscali

Lavoro da remoto per un committente estero: aspetti fiscali

Le possibilità per lavorare da remoto in Italia per conto di un datore di lavoro non residente. Le possibilità, le variabili e gli aspetti fiscali da considerare.

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Fiscomania
feb 15, 2025
∙ A pagamento

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Lavoro da remoto per un committente estero: aspetti fiscali
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Il lavoro da remoto per un'azienda estera è una realtà sempre più diffusa grazie alla digitalizzazione e alla flessibilità lavorativa.

Tuttavia, la gestione fiscale di queste situazioni può essere complessa e richiede un'analisi attenta per evitare problemi di doppia imposizione e altre complicazioni fiscali.

Tassazione e criteri di collegamento

Il reddito derivante da un'attività lavorativa svolta da remoto per un committente estero segue specifici criteri di collegamento. La tassazione dipende dal modello OCSE e dalle convenzioni contro le doppie imposizioni:

  • Lavoro dipendente: tassazione nello Stato di residenza se il lavoratore opera da remoto per più di 183 giorni.

  • Lavoro autonomo: tassazione nello Stato di residenza salvo la presenza di una "base fissa" nello Stato estero.

Rischio di stabile organizzazione

Un aspetto cruciale per i lavoratori autonomi e dipendenti ed i datori di lavoro esteri è la possibile configurazione di una stabile organizzazione occulta in Italia. Se il lavoratore svolge attività core dell'azienda dalla propria abitazione in modo continuativo, il committente potrebbe essere obbligato a identificarsi fiscalmente in Italia, aprendo una branch.

Le fattispecie, per questo tipo di casistiche sono legate soprattutto ad ipotesi dove l'azienda estera ha una presenza sul territorio rilevante da influenzare i propri criteri di collegamento per la tassazione dei redditi. Le casistiche più comuni sono le seguenti:

  • Presenza di lavoratori in grado di influenzare o determinare la conclusione di contratti di vendita (sia dipendenti che autonomi monomandatari);

  • Presenza di lavoratori che non mantengono nella sede lavorativa originaria una postazione di lavoro stabile;

  • Presenza sul territorio di lavoratori con ruoli direttivi o apicali dell’azienda, tranne esenzioni (vedi l’investment management exemption);

  • Presenza di un elevato numero di lavoratori coordinati tra loro, in grado di confermare la presenza stabile sul territorio dell’azienda estera.

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